Ristorante della settimana: aborigeno

Anonim

Ristorante della settimana aborigena

Ristorante della settimana: aborigeno

Se hai intenzione di chiamare il tuo ristorante **aborigeno** faresti meglio la tua cucina ha molta personalità per rendergli giustizia. Fatto importante che lo chef Marco Tavio era più che chiaro quando si trattava di dare vita e forma allo spazio che ora conduce all'interno dell'hotel Iberostar Grand Mencey, in Santa Cruz di Tenerife .

Un'avventura che sa di rischio, poiché tutto in essa ruota attorno al battezzato come 'cucina dell'arcipelago' .Canarino? Non proprio. “Abbiamo deciso di creare una nuova cucina. Dalle Canarie sì, ma non dalla cucina canaria, che gioca già con i propri limiti come la tradizione e il prodotto. Ecco perché gli premiamo questa nuova etichetta che lo classifica come 'cucina dell'arcipelago' e la cui base sono le radici di qui”, spiega Tavio.

Ristorante della settimana aborigena

Marco Tavio

“Nella cucina d'autore ti basi su un ricettario che già esiste e attraverso la tua creatività lo elevi alla ribalta o addirittura alla fusione. ma no non lo volevamo, ma creare qualcosa da zero”, Continua così.

Per questo ha raccolto storie antiche della gente del luogo legato al presente, e quindi ha tracciato un percorso attraverso le otto isole con l'utilizzo di prodotti autoctoni provenienti da 200 microclimi, che permettono di coltivare quasi tutto ciò che si produce nel mondo.

"Alla fine proviamo a stabilire una connessione questo spiega il motivo per cui usiamo ciò che dà significato il nostro menù e menù degustazione” . Si riferisce a materie prime come pelibuey, le pecore del tempo della pre-conquista. o a erbe autoctone come la taferta, usato dagli aborigeni per sostituire il pepe.

“Utilizziamo anche il bubango , un tipico tipo di zucchina da qui, e pesci come ricciole o pesce vecchio. Quest'ultimo veniva già mangiato dai primi abitanti, come dimostrano i depositi che sono stati ritrovati con le sue spine, insieme a quelli di sardine e conchiglie di patella.

Si combinano anche piatti con acqua in umido (quelli che le nonne usavano per i disturbi) e cocktail –qui c'è dell'alcol– con cui latte di capra o liquore al gofio.

Nella sezione i vini sono classificati nel menu in base al loro clima nelle sezioni intitolate con frasi come 'circondato da vulcani' o 'accarezzato dagli alisei', e trovano sempre spazio per piccole dosi di prodotti che nell'arcipelago non 'esistono', come il cioccolato nelle cotenne di maiale nero.

Il mai visto prima... e la prossima cosa che dovrai provare.

***** _Questo rapporto è stato pubblicato nel **numero 131 di Condé Nast Traveller Magazine (settembre)**. Abbonati all'edizione cartacea (11 numeri cartacei e una versione digitale per € 24,75, chiamando il 902 53 55 57 o dal nostro sito). Il numero di settembre di Condé Nast Traveller è disponibile nella sua versione digitale da gustare sul tuo dispositivo preferito. _

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