'Controllo facciale', oi pericoli del controllo facciale

Anonim

Ci sono molti avvertimenti che riceviamo i pericoli di controllo facciale. Nel documentario di Netflix Codified Bias abbiamo potuto vedere come il razzismo si è insinuato negli algoritmi e, qualche tempo fa, il film El Círculo, su Amazon Prime Video, Ci ha presentato una dicotomia: Essere sempre controllati dalle telecamere ci rende più responsabili o toglie libertà?

UN nuovo riflessione critica e provocatoria sull'argomento appena arrivato Foto Colectania (Barcellona) in forma di mostra che, da oggi fino al 20 marzo 2022, intende approfondire la materia, ma in maniera più artistica e visiva.

Controllo facciale è il suo titolo ed è stato a cura della svizzera Urs Stahel, Scrittore freelance e consulente della Vontobel Art Collection, tra le altre fondazioni.

TINA HAGE. Guise 0025 dalla serie 'Gestalt' 2012.

TINA HAGE. Guise #0025, dalla serie 'Gestalt', 2012.

GLI ARTISTI

Un totale di 20 artisti, sia affermato che emergente , sono presenti in mostra con le loro opere, che ruotano attorno al controllo bidirezionale che cade sul viso. Perché sì, dovremmo preoccuparci della gestione che potrebbero (o, forse, già possono) esercitare le forze del potere sulla nostra identità, ma non dobbiamo dimenticare che ognuno di noi decide anche il modo in cui ci si percepisce nei ritratti. O se non quanto filtro bellezza.

La mostra riunisce diversi approcci al tema. Shu Lea Cheang (nella foto di apertura) introduce " un avatar tracciato dalla sua faccia, rivoltando la tecnologia di rilevamento dei volti contro se stessa, sfidando così l'estetica del capitalismo globale di Internet e le politiche di costruzione dell'identità alimentate dai social media, e sfruttate dal marketing e dal controllo politico”, come spiega la Fondazione Foto Colectania.

Con la stampa fotografica Guise #0025, della serie Gestalt (2012), Tina Hage cerca di rappresentare l'anonimato con cui si svolgono le manifestazioni allo stato attuale, quello nascono nelle reti e si materializzano nelle strade, in gruppo e senza leader riconosciuti.

Daniele Buetti. Mi stai parlando L.P. 2019

Daniele Buetti. Stai parlando con me? – LP, 2019

Dal canto suo Daniele Buetti, con il suo lavoro Stai parlando con me? (2019), prova a darlo un nuovo significato al termine 'autoritratto' svuotando il centro di un ritratto e inserendo uno specchio nel foro in modo che, parafrasando Foto Colectania: “Se ci fossimo di fronte, ci vedremmo riflessi in esso. Buetti intende reinventare il modo di vedere i ritratti fondere il soggetto con lo spettatore”.

La mostra, Oltre a foto e video, include libri di Giambattista della Porta, Johann Caspar Lavater, Duchenne de Boulogne, Alphonse Bertillon, Francis Galton e Léopold Szondi.

Anche materiali come Schede Kodak Shirley (schede utilizzate per calibrare i toni della pelle, le ombre e la luce durante processo di stampa), Vogue Average Cover Photographs ("volti della moda" o motivi ripetuti sulle copertine delle riviste) e una serie di Foto segnaletiche (foto della polizia).

Controllo facciale È visitabile fino al 20 marzo 2022. I biglietti hanno un prezzo di 4 € (generale) e 3 € (ridotto).

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