Laghi di Covadonga, il paradiso perduto delle Asturie

Anonim

Nel massiccio occidentale del Parco Nazionale Picos de Europa, ricevono quotidianamente i laghi di Covadonga a centinaia di visitatori. Questa enclave naturale di grande bellezza deve il suo nome ai laghi glaciali Enol ed Ercina, a cui si aggiunge un terzo –Bricial– durante il disgelo.

Dal momento che è celebrato lì su base ricorrente la fine della tappa del Giro ciclistico di Spagna (in 22 occasioni dal 1983) hanno acquisito fama internazionale, ecco perché oggi il tuo accesso è limitato come un modo per limitare il massiccio afflusso di turisti.

Laghi di Covadonga.

Laghi di Covadonga.

COME OTTENERE

Il punto di riferimento per arrivare è Cangas de Onís, una città a circa 20 chilometri (35 minuti di macchina) al cui Comune appartiene l'intero complesso (laghi e santuario). Il più comune è lasciare il nostro veicolo in uno dei quattro parcheggi disponibili da lì a il Santuario di Covadonga e prendi uno degli autobus (9 euro) che circolano regolarmente dalle 9:00 alle 19:30. C'è anche la possibilità di prendere un taxi.

Se vogliamo arrivare in cima in macchina, è molto probabile che dovremo alzarci presto, poiché nei mesi caldi, nei weekend lunghi e in altri giorni speciali Puoi salire solo fino alle 8:30. al mattino e scendi dalle 20:00 In ogni caso, è meglio controllare date e orari sul loro sito web.

Abbiamo optato per lasciare l'auto nel parcheggio 2 (El Bosque) e salire in autobus. Raggiunto il santuario, vi si accede per la C0-4, una tortuosa strada di montagna di 12 chilometri afflitti da curve chiuse e pendii ripidi dove è praticamente impossibile non imbattersi ogni pochi minuti in mucche, stambecchi e ciclisti che hanno messo alla prova i loro gemelli. Confidando nell'abilità dimostrata dai conducenti di pullman, godiamo dai nostri posti la bellezza che si presenta ai nostri occhi come il verde domina il paesaggio.

Uno dei percorsi circolari.

Uno dei percorsi circolari.

LE PERCORSI

L'autobus ci lascia nel parcheggio Buferrera, dove disponiamo di un centro di accoglienza per i visitatori per richiedere informazioni, oltre a servizi igienici pubblici. Da lì partono vari sentieri escursionistici, essendo due i più frequentati: Miniere di Buferrera e percorso circolare dei laghi. Entrambi sono circolari, di poca difficoltà (adatti a tutta la famiglia) e della durata di circa un'ora.

Optiamo per il secondo la classica passeggiata segnalata come PR-PNPE2. Innanzitutto, dopo aver attraversato una sala espositiva con all'esterno una fontanella di acqua potabile, Ci porta al punto di vista del Principe. Lì possiamo ammirare la grandezza delle montagne dove ci troviamo: la catena montuosa del Cantabrico.

La Grotta Santa di Covadonga.

La Grotta Santa di Covadonga.

NEL SANTUARIO

Passiamo per le miniere di Buferrera e, dopo una breve salita, avremo di fronte alla vista panoramica del Lago di Ercina. Un quadro degno di una cartolina, con il riflesso delle cime grigie nell'acqua, immerso nel verde eterno dei prati dove le mucche pascolano libere. Lì avremo anche un ristorante dove mangiare, pranzare o bere qualcosa. Il percorso prosegue verso la faggeta di Palomberu fino a costeggiare il Lago Enol, riportandoci al punto di partenza.

Riprendemmo l'autobus per scendere al Santuario di Covadonga. Prima guardiamo La Cuevona, una grotta ornata da una cascata e uno stagno in cui le persone lanciano monete per esprimere i tuoi desideri. Anche se se quello che vogliamo è sposarci, dobbiamo entrare nel corridoio roccioso che corre sulla sinistra bere alla fonte (acqua non trattata). Per le ripide scale saliamo al tempietto dove il Vergine di Covadonga (soprannominata Santina dagli Asturiani). Presumibilmente vi giacciono (è messo in dubbio da vari storici) le spoglie di don Pelayo, morto a Cangas de Onís nell'anno 737.

Il Santino.

Il Santino.

Da lì abbiamo tagliato il corridoio scavato nella roccia del monte Auseva in direzione della Basilica. Inaugurato il 7 settembre 1901, il tono rosato del suo calcare contrasta con il verde sullo sfondo. Accanto ad essa si trova la statua dedicata a Pelayo, così come il Museo Covadonga, dove dipinti, fotografie, incisioni, pezzi di oreficeria e immagini sono esposti in dieci sezioni.

Nel complesso del santuario stesso ci sono vari ristoranti con lounge e terrazza. Noi, invece, abbiamo optato per riprendere l'autobus, salire in macchina e dirigersi verso Cangas de Onís. Lì si mangia sulla terrazza di la casa del sidro Pneumatici di Pelayo, il cui menu (come in qualsiasi ristorante delle Asturie) porterà al limite la nostra capacità digestiva: insalata di acciughe e tonno, fagioli alle vongole veraci, riso con calamaretti, orata alla griglia, cachopo…

Basilica di Nostra Signora di Covadonga.

Basilica di Nostra Signora di Covadonga.

Per ridurre tale assunzione percorriamo le vie del paese fino a raggiungere il suo famoso ponte Romano, in realtà costruito nel medioevo. Nei mesi estivi i bambini sfrecciano dai suoi angoli le acque del fiume Sella (noto per la famosa discesa in canoa), mettendo alla prova il suo coraggio e la sua integrità fisica. Ci riposiamo sulle sue rive prima di intraprendere il viaggio di ritorno.

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