Nonsense: Netflix e mohair, cronache dal Covid

Anonim

Ho avuto due COVID esattamente a un anno di distanza E quando dico esattamente, sono passati 365 fottuti giorni: la matematica della vita, un haiku di Wuhan con cadenza perfetta. Anno nuovo, pam.

Penso di aver beccato Omicron a mangiare anguille (salvo il rigido regolamento delle misure che dovevano essere seguite, ma questa è la vita) ma chissà, perché La verità è che vivo incollato a una valigia, un paio di libri e un Vecchio stile, ed è che mi sono sempre esposto più che nascondermi. E lo sono chiaro Non viaggio più per compilare nessun file (le "destinazioni della moda" mi scivolano un po') né per mostrarlo carino nella vetrina del vantarsi.

Viaggio per calmare questo fuoco che arde dentro di me, per non essere morto in vita, per svuotarmi del risentimento e del dolore, Viaggio per guardare il mondo con occhi nuovi, per riempire di entusiasmo lo zaino dello sconforto; Penso, insomma, ogni giorno un po' più come Colin Thubron, chi ha lasciato ha scritto quello che ho già capito una volta per tutte: “Viaggiando capisci di non essere il centro del mondo”.

Insomma, tra una cosa e l'altra (Brexit, cancellazioni inaspettate di KLM, chiusura delle frontiere...) abbiamo palmato esattamente 902.34 tacchini in viaggi che non saranno più, ma poiché non c'è male che non venga il bene –sciocchezze: come a volte i piani vanno male e proprio per questo vanno bene– Ho scoperto una cosa che avevo già intuito ma ora so: come diavolo si è a casa.

Mohair, Formaje e bei tempi, il lusso di farsi chiamare quella torre di Babele culturale Netflix (includi anche HBO Max, Disney o il mio più caro Filmin qui) So già che sto dicendo una verità ma è che voi, cari centenari, non avete vissuto il calcio al negozio di video di quartiere e The Empire Strikes Back sempre (sempre!) con il famigerato cartoncino "affittato" in rosso cremisi. Rosso basso.

Ecco perché trovo divertente con tanta bava brutta recente quel ritornello che siamo la generazione di Netflix come se fosse una brutta cosa, ladri senza scopo che perdono tempo con il naso incollato al pixel, povere anime in disgrazia (questo dal film La sirenetta) ingannate dal sistema (il sistema! Ave, Hydra!) conformisti di merda che pensano che la vita sia ridotta a coperta in mohair, divano per due, consegna pizza e il prossimo capitolo di euforia. Beh, mi sembra un piano.

E vado oltre (lasciami andare te lo dico io!) perché ho sempre pensato che si viaggia leggendo e ovviamente —per semplice estensione culturale— viaggiamo anche vedendo dune o cavalcare tranquillamente le pianure del Giappone medievale Fantasma di Tsushima.

Grazie a questo prodigio diamo per scontato Ho pianto come un bambino che guarda Questa è la mano di Dio, di Paolo Sorrentino il ricordo di mio padre in ogni scatto; Non vedo l'ora che arrivino le nuove stagioni di cacciatore di menti di David Fincher o Meglio chiamare Saulo di Vince Gilligan abbiamo sofferto con la Messa di mezzanotte, abbiamo riso molto con The White Lotus e Mi sono alzato tre volte dal divano per applaudire come un uomo posseduto per tutto l'ultimo capitolo di Successione: “Cosa farò comunque con un'anima? Le anime sono noiose. Boo anime”.

È impossibile indovinare cosa accadrà al mondo (e ai viaggi) nei giorni a venire, ma una cosa mi è chiara: viaggiare è anche sognare.

Ciro Capano interpreta Antonio Capuano in È stata la mano di Dio.

Ciro Capano interpreta Antonio Capuano in È stata la mano di Dio (2021).

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